Tuesday 24 April 2012

Fino al 20 Maggio all'Auditorium Parco della Musica! Un surrealista a Roma

Dieci anni fa l’Auditorium di Roma, in occasione dell’apertura, ospitava una grande mostra di Roberto Sebastian Matta. Nato a Santiago del Cile l’11 novembre 1911, l’artista moriva a Civitavecchia il 23 novembre 2002, alcuni giorni prima dell’inaugurazione. Nel centenario della nascita, Matta torna all’Auditorium con un’esposizione di importanti opere storiche a cura di Claudia Salaris, il cui fulcro è rappresentato da quelle realizzate a Roma tra il 1949 e il 1954. Quando, nel 1949, arriva in Italia l’artista è alla ricerca di una rigenerazione. Roma nel dopoguerra è una città viva, che lancia segnali di risveglio anche a chi, come lui, ha seguito le principali rotte dell’arte. Lo attira la Roma povera ma originale degli artisti orbitanti tra le osterie del centro, via Margutta e piazza del Popolo. Ma lo attira anche la Hollywood sul Tevere che con il neorealismo, si è imposta nel mondo. E proprio a Roma egli da un lato accentua la sua politicizzazione, dall’altro si fa coinvolgere dalla dolcezza del vivere e del paesaggio, con esiti che contribuiscono a rinnovare la sua pittura. Matta ha avuto una vita lunga, segnata dal successo e all’insegna del nomadismo in senso lato. Nel corso del tempo ha avuto quattro mogli e altrettante famiglie, sei figli. Egli stesso si sentì “Odisseano” per la febbre che lo portava a varcare sempre nuovi confini, non solo geografici ma anche esperienziali e culturali. Parlava molte lingue, spagnolo, francese, inglese, italiano, e spesso le mescolava, dando luogo a una lingua mista che era tutta sua. Di lui molto si sa, ma poco si conosce della stagione romana. Questa mostra vorrebbe fornire un contributo per far luce su quel periodo breve e intenso.
 

Tuesday 17 April 2012

Al Ponte della Musica il Festival del Circo Contemporaneo

Al via la seconda edizione di Apripista – Festival del Circo Contemporaneo organizzato dalla Fondazione Musica per Roma, in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche culturali di Roma Capitale.

L’allestimento del Festival, che proseguirà fino al 22 aprile, è in uno spazio d’eccezione, presso il Ponte della Musica.
Il tendone è infatti collocato sull’argine del Tevere, sotto la nuova struttura che collega le due sponde del fiume tra il Foro Italico e il quartiere Flaminio.

Con Apripista il circo contemporaneo continua a trovare lo spazio per un’articolata programmazione, capace di svelarne l’energia e la suggestione visionaria.
Il programma quest’anno si articola in due spettacoli.

L’inaugurazione è affidata all’istallazione-spettacolo Nord/Sud del "BurenCirque", per la prima volta a Roma. Gli artisti al centro delle performance che animano lo spettacolo sono: due funamboli (un uomo e una donna, con un rapporto radicalmente differente con il filo), un artista aereo, un contorsionista, il burattinaio Gregoire Vissého del Benin e un gruppo di musicisti capitanati dalla cantante Hawa Sissao del Burkina Faso.

In occasione della festa inaugurale del 14 aprile, oltre a brevi estratti dei numeri di ciascun artista, il funambolo Didier Pasquette attraversa il Tevere in equilibrio sul cavo d’acciaio.

In Nord/Sud, in scena anche il 15, 16, 17 e 18 aprile, il "BurenCirque" riflette sui rapporti tra Nord e Sud, sugli elementi materiali e umani che, trasportati da Nord al Sud e da Sud a Nord, assumono significati differenti e valori sconosciuti che possono generare affinità o incomprensioni.

L’altro spettacolo, in programma Il 21 e il 22 aprile, è Face Nord la nuova creazione della compagnia "Un loup pour l'homme". Quattro acrobati trascinano l’immaginario degli spettatori nelle loro ricerche intorno al contatto e alle relazioni pericolose dei corpi urtati. Una scrittura fatta di regole e di giochi fisici, un'esperienza che trova le premesse dell'acrobazia nell'innocenza dei giochi dell'infanzia.

Apripista – Festival del Circo Contemporaneo
Chapiteau - Ponte della Musica
Lungotevere Flaminio – Piazza Gentile da Fabriano

sabato 14 aprile ore 18.30 – 19.30

Festa inaugurale
con la partecipazione dell’equilibrista Didier Pasquette che attraversa il Tevere sulla fune
ingresso libero

sabato 14 aprile ore 20
domenica 15, lunedì 16, martedì 17, mercoledì 18 aprile ore 21
Compagnia BurenCirque – Spettacolo “Nord/Sud”
Biglietti: 20 euro; ridotti 12 euro
sabato 21 e domenica 22 aprile ore 21
Compagnia Un loup pour l'homme – Spettacolo “Face Nord”
Biglietti: 20 euro; ridotti 12 euro

Info: http://www.auditorium.com/

Tuesday 10 April 2012

.Museo dell'Ara Pacis, fino al 2 Settembre: Avanguardie russe.

L’esposizione offre l’opportunità straordinaria di poter ammirare circa 70 capolavori dei più grandi artisti russi del secolo scorso, provenienti da importanti musei quali la Galleria statale Tret’jakov e da musei regionali russi poco conosciuti dal grande pubblico come quelli di Kazan, Kirov, Krasnodar, Saratov, Samara.
Dopo il successo della tappa palermitana, l’esposizione arriva a Roma accresciuta di 7 nuove opere: Lo spazzino e gli uccelli di Chagall per la prima volta Italia ed altre significative opere di Malevich (La mietitrice e Suprematismo. Composizione non-oggettiva), le suggestive tele di Kandinskij (Meridionale, Muro rosso. Destino e Composizione. Ovale grigio) e Composizione non-oggettiva di Rozanova.
La mostra sarà arricchita da un’installazione firmata dall’artista Pablo Echaurren tesa a comunicare ai visitatori quanto le avanguardie influenzarono tutte le arti dal teatro al cinema, dalla poesia alla musica e da un’analisi sui rapporti tra futurismo italiano e russo di Claudia Salaris.
Infine alcuni video racconteranno il contesto storico in cui sono nate le avanguardie.
Otto sezioni tematiche scandiscono l’esposizione delle opere:
Kazimir Malevich: dal cubofuturismo al suprematismo
Dopo un’iniziale influenza postimpressionista, Malevich sperimenta una sorta di neoprimitivismo rappresentando, con colori accesi e forti contrasti, soggetti di ambiente contadino. In seguito alle sue riflessioni sulla strutturazione del volume, realizza figure più solide e schematizzate, come il Falciatore del 1912. Passa poi al cubofuturismo (esemplificato in mostra dall’opera Vita in un grande albergo) che supera già nel 1913 con la teorizzazione del suprematismo, ovvero la necessità per l’artista di abbandonare ogni relazione con la realtà e mirare alla rappresentazione della purezza geometrica. A questo periodo appartengono le sue famose raffigurazioni dei Quadrati.
Vasilij Kandinskij. Dal paesaggio stilizzato all’astrattismo
Pur vivendo all’estero fino al 1921, Kandinskij partecipa attivamente alla vita culturale russa e la influenza fortemente con le sue rivoluzionarie teorie sull’uso del colore e sul nesso inscindibile tra opera d’arte e dimensione spirituale. Tra le 5 opere in mostra si segnala la famosa Mosca. Piazza Rossa un paesaggio urbano dal sapore fantastico in cui l’artista rappresenta la sua visione della città: sono riconoscibili alcuni elementi architettonici che si mescolano al volo degli uccelli ed al grande arcobaleno.
Marc Chagall
Lo stile fantastico e intimista di Chagall si caratterizza per la sua straordinaria originalità. Elementi costanti delle sue opere sono l’espressione della sua sensibilità interiore e il legame indissolubile con il mondo contadino dei villaggi russi. Nel 1914, dopo un soggiorno di alcuni anni a Parigi, Chagall rientra nella sua città natale, dove dipinge una serie di quadri dai soggetti poetici e numerosi scorci della cittadina dipinti dal vero. A questo periodo appartengono due delle tele presenti in mostra: Negozio a Vitebsk (1914) e Bagno di bimbo (1916) a cui si aggiunge Lo spazzino e gli uccelli (1914) inedito per l’Italia.
Mikhail Larionov e Natalia Goncharova
I due artisti, uniti nell’arte e nelle vita, in breve passano da uno stile impressionista e simbolista ad uno neoprimitivista. Si distaccano dal gruppo Fante di Quadri, accusandolo di sottostare troppo all’influenza straniera, e fondano il gruppo Coda dell’Asino per sostenere un’arte russa nazionalista. A questi anni risalgono alcuni dei dipinti presenti in mostra tra cui: Paesaggio e Donne col rastrello della Goncharova (1907-1908), Notte. Tiraspol (1907) e Rissa in un locale (1911) di Larionov. Anche nella loro elaborazione del raggismo - una sintesi di cubismo, futurismo e orfismo - resta esplicita l’esigenza di trovare un proprio linguaggio peculiare. Il raggismo ebbe notevole influenza su diverse personalità di spicco dell’avanguardia russa, ma andò ad esaurirsi a partire dal 1915 con la partenza di Larionov e Goncharova dalla Russia.
Fante di quadri, cézannismo e post-impressionismo
Il gruppo Fante di Quadri, nato a Mosca nel 1910 con il desiderio di rompere provocatoriamente con la società dell’epoca, fin dall’inizio lega l’arte popolare russa con le diverse poetiche figurative dei movimenti occidentali, dal postimpressionismo, al fauvismo, al cubismo. Per alcuni esponenti del gruppo, come Konchalovskij, Kuprin e Mashkov, diventa preponderante l’influenza di Cézanne tanto che verranno indicati come “i cézannisti russi” per la vividità cromatica e la semplificazione della maniera pittorica (si vedano in mostra Piazza della Signoria a Siena e Pesche di Konchalovskij o Paesaggio con chiesa di Kuprin, Ritratto di poeta di Mashkov, Chiatta e Ritratto femminile Robert Falk).
Cubofuturismo
Il futurismo russo prende il nome di cubofuturismo; in questo movimento la scomposizione dei punti di vista del cubismo si fonde con il movimento e la simultaneità del futurismo. È fondamentale anche l’influenza del neoprimistivismo per l’uso di colori vivaci e di linee di contorno ma anche per l’attenzione alla dimensione popolare e mistica della cultura tradizionale.
In questa sezione della mostra si possono ammirare, tra le altre opere: Figura femminile (Nudo) di Rodchenko, Natura morta di Lubov Sergeevna Popova, Sinfonia (Violino) di Mikhail Ivanovich Menkov, Composizione di Vera Pestel.
Astrattismo
L’astrattismo trova terreno assai fertile in Russia, dove comincia a diffondersi negli anni che precedono la Prima Guerra Mondiale (1905-1914) rielaborando in modo autonomo le tendenze che si diffondevano in Europa. Con il raggismo teorizzato da  Larionov e Goncharova (1909), gli oggetti vengono esclusi dalla pittura ma restano il volume e la profondità. A portare l’arte russa verso l’astrazione assoluta sarà Malevich, con la sua teorizzazione del suprematismo che dichiara  l’illimitata “supremazia” nelle arti figurative della pura sensibilità plastica. Collaborano al suprematismo, già a partire dal 1915-1916, Aleksandra Ekster, Lubov Popova e Olga Rozanova, rappresentate in mostra rispettivamente dai dipinti Paesaggio urbano (1916), Architettura pittorica (1918) e Costruzione di Forza nello Spazio (1921), Composizione (1915).
Costruttivismo
Il costruttivismo, che si espresse in architettura così come nelle arti plastiche, si integra compiutamente con lo spirito della Rivoluzione d’ottobre del 1917. Le prime opere costruttiviste furono i Contro rilievi di Tatlin, installazioni composte da diversi materiali  “non artistici”: ne è un esempio Scelta di materiale di alto livello, 1914-1915 (presentata, come altre opere costruttiviste tridimensionali in mostra, in una ricostruzione recente). In seguito, nella sua totale adesione all’ideale rivoluzionario, Tatlin arriva a sostenere l’abolizione dell’arte come tale, considerata un estetismo borghese, concependo come possibili solo le attività strettamente utili alla società come l’architettura, la grafica, l’arredamento e il design. Altro ideale estetico viene invece seguito da  Karl Ioganson e dalla Makarova che sostengono la necessità di un’arte “esatta”, basata sulla “trasparenza” e sui vuoti della costruzione plastica. Il costruttivismo incide in modo radicale anche nella pittura dove forme astratte vengono utilizzate per creare strutture ispirate a macchinari tecnologici, sospese nello spazio quasi come composizioni architettoniche (si veda in mostra Disegno in una cornice di Rodchenko).
Curatore/i
Victoria Zubravskaya - Coordinamento scientifico: Federica Pirani
Catalogo
Silvana Editoriale

INFO: http://www.arapacis.it/mostre_ed_eventi/mostre/avanguardie_russe